A volte il calcio può portare anche a piangere, alla disperazione. A volte sa essere crudele di fronte a situazioni alle quali non ci si può certamente abituare.
Le dinamiche sono le più varie, ma di certo sono legate a sentimenti che ci portiamo dietro a questo splendido sport e che nessuno può dire di non aver provato almeno una volta nella vita.
Il calcio è dei romantici, in fondo oltre a essere uno sport è amore. Sicuramente siamo molto legati alla nostra squadra e attorno a questa e alle vicende che la riguardano leghiamo un pezzo del nostro passato, momenti trascorsi della nostra vita che ci toccano dentro.
Mettiamo che in un giorno molto importante della nostra vita, come la nascita di un figlio o un premio di lavoro, sia arrivato un gol del nostro campione preferito. A lui legheremo quelle splendide sensazioni per sempre. Si tratta di emozioni difficili da raccontare e spiegare, ma sono quelle che rendono straordinario questo mondo e tutto quello che si muove attorno. La storia che vi raccontiamo oggi di sicuro vi lascerà a bocca aperta.
L’addio improvviso al mondo del calcio
La notizia dell’addio al mondo del calcio del difensore spagnolo Gerard Piqué è arrivata un po’ a sorpresa, nessuno poteva aspettarselo. A 35 anni il centrale ha annunciato il suo addio al calcio giocato incomprensibilmente nel bel mezzo di una stagione: “Ora che i sogni di quel ragazzo si sono avverati è ora di chiudere un cerchio. Ho sempre detto che dopo il Barca non ci sarebbero state altre squadre e così è stato. Questo sabato sarà la mia ultima partita al Nou Camp, ma rimarrò per sempre tifoso del Barcellona che è la mia famiglia”.
Nato a Barcellona il 2 febbraio del 1987 il centrale cresciuto nel vivaio blaugrana era andato al Manchester United a trovare fortuna per poi tornare nel 2008 al Barca e non lasciare più la città catalana. In carriera ha giocato con la maglia di questa squadra 615 partite segnando anche 52 gol. Ha vinto tutto quello che c’era da vincere col Barcellona tra cui otto volte la Liga, sette la Coppa di Spagna e tre la Champions League vinta anche col Manchester United precedentemente.
Difensore roccioso ma allo stesso tempo tecnico è stato anche un pilastro della nazionale delle Furie Rosse collezionando 102 presenze e segnando 5 reti conquistando nel 2010 il Mondiale in Sudafrica e nel 2012 l’Europeo tra Polonia e Ucraina. Non sappiamo bene come inizierà la sua carriera post calcio.