Paolo Banchero ha messo in campo un’altra buona prestazione con gli Orlando Magic, ma le parole fanno felici i tifosi della nazionale
Nella notte gli Orlando Magic sono andati incontro a una nuova sconfitta, nel campionato NBA, ma Paolo Banchero è riuscito a mettere in campo un’altra ottima prestazione, nonostante le percentuali al tiro non siano state eccellenti.
Nei giorni scorsi gli italiani si erano un po’ spaventati, dopo le parole che aveva rilasciato in un’intervista Gianni Petrucci. Il presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, infatti, aveva raccontato come l’idea di Paolo Banchero fosse quella di provare a entrare nel Dream Team, la nazionale statunitense, prima di decidere il suo futuro. Il General manager Trainotti, coach Pozzecco e, lo stesso, Petrucci nei prossimi mesi voleranno negli Stati Uniti per parlare direttamente con Paolo Banchero. Vedremo quale saranno i risvolti che arriveranno, quindi, nei mesi che verranno.
Paolo Banchero ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso di un podcast, diretto dal suo compagno di squadra RJ Hampton, dove ha voluto parlare anche del suo approdo nella nazionale italiana: “Qualche anno fa gli emissari della nazionale azzurra chiamarono mio padre, per capire se avessi il passaporto. Da quel momento poi ho dovuto fare molte cose per poter dire di averlo, sono andato più volte all’ambasciata italiana a San Francisco, così che son riuscito ad ottenerlo. Non so, al momento, quale possa essere la situazione più giusta e sicura ma la mia intenzione è, ovviamente, quella di vestire la maglia azzurra. Sto ricevendo una quantità di amore, dall’Italia, che è veramente fuori dal normale e incredibile. Non vedo l’ora di andare in Italia, mi voglio impegnare anche per imparare la lingua”.
Nel corso dell’intervento, poi, il numero 5 degli Orlando Magic ha voluto provare a fare un tuffo nel passato, raccontando le sue origini italiane: “La parte di famiglia di mio papà ha radici, assolutamente, italiane. Il mio bisnonno si traferì, nel corso della sua vita, a Seattle negli Stati Uniti e per questo mio nonno e mio papà sono cresciuti in America. Nel corso della mia adolescenza, man mano che crescevo, mi chiedevo quale fosse l’origine del mio nome, Paolo, che era molto diverso da quelli dei miei amici. Mio padre si chiama Mario, i miei zii Angelo e Armando, mio fratello Giulio. Nel corso della mia vita ho capito quali fossero le mie origine, e la loro importanza, pur non avendo mai vissuto in Italia”, riporta Il Messaggero.
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