Sono importanti e pesanti le parole di Lewis Hamilton che in Formula 1 sta vivendo un’annata molto particolare e punta il dito dritto verso chi si è mosso in maniera scorretta.
Il campionissimo britannico non ci sta e ha sottolineato come il momento sia molto complesso per lui non accettando di essere l’unico costretto a pensare alla Mercedes in termini di sviluppo.
Personaggio dallo spessore incredibile in carriera ha registrato sicuramente periodi migliori rispetto a quello attuale. Nato a Stevenage il 7 gennaio del 1985. In carriera ha vinto sette titoli Mondiali partendo dal successo nel 2008 con McLaren e passando per gli anni 2014, 2015, 2017, 2018, 2019 e 2020 con la Mercedes. E pensare che il suo esordio arrivò il 18 marzo del 2007, da allora ha disputato 307 Gran Premi vincendone addirittura 103 e arrivando sul podio in 189 occasioni. La Pole position l’ha raggiunta 103 volte con all’attivo 4363,5 punti ottenuti.
Il suo sogno arriva addirittura nel 1991 quando ad appena sei anni riceve in regalo dal papà un automodello elettrico. Questo gli permette di capire come le sue scelte siano da indirizzare tutte verso i motori. Capite le sue qualità il padre Anthony fece dei debiti pur di farlo salire sul kart e fu suo manager fino al 2010. Quella fu una scelta sicuramente intelligente perché il suo talento oggi è evidente a tutti.
Oggi però il pilota della Mercedes Lewis Hamilton mostra una certa insofferenza verso il suo team. A fianco ha un pilota giovane e talentuoso come George Russell che in classifica lo precede di ben venti punti quando alla fine della stagione mancano appena tre gare. Sicuramente però non è questo il problema, ma è stato lo stesso pilota in una lunga intervista alla BBC a mettere in chiaro le cose e probabilmente a dimostrare come il rapporto col costruttore sia totalmente incrinato.
Il pilota ha specificato: “George sta facendo un ottimo lavoro e non ho avuto alcun problema con lui. Ma lui e il suo team non fanno lo stesso lavoro che faccio io. George è al suo primo anno con il team e sta facendo tantissimo, senza grandi stravolgimenti di assetto. Sono io invece a fare tutto il duro lavoro. Se l’anno prossimo dovessimo avere una macchina più soddisfacente potrebbe esserci una battaglia interna migliore. Se lui dovesse chiudere davanti a me non me ne farò un cruccio perché non siamo in lotta per il Mondiale, in quel caso sarebbe tutto diverso”.
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